Pellicce di cane e di gatto




Un’investigazione effettuata dall’associazione americana HSUS ha portato alla scoperta del peggiore segreto dell’industria della pellicceria: l’uccisione di cani e gatti domestici per la produzione di pellicce.

Ogni anno due milioni di cani e gatti detenuti in condizioni spaventose sono privati di ogni elementare diritto: alcuni di essi sono randagi, altri invece vengono appositamente allevati per rubare loro il manto.

Le tecniche di uccisione sono violentissime: i cani – pastori tedeschi, chow-chow, ma anche semplici meticci – vengono sgozzati anche per strada, fatti morire per dissanguamento o colpiti a morte con dei randelli, mentre i gatti vengono spesso impiccati con cappi metallici.
Gli investigatori stimano che ogni anno siano uccisi più di due milioni tra cani e gatti.

L’inganno ai consumatori
L’impiego delle pelli di cani e gatti è un fenomeno sconosciuto. L’industria della pellicceria tenta di mantenerlo nascosto grazie ad un
sistema di etichettatura dei capi fuorviante e per nulla attendibile. Tranne rarissime eccezioni, le pelli di cani e gatti non vengono etichettate per ciò che realmente sono.
I capi confezionati con la
pelle di cane possono essere venduti come gae-wolf, sobaki, e Asian jackal, oltre a molti altri.
Mentre le
pellicce di gatto, sotto altri pseudomini, che comprendono: wildcat, goyangi e katzenfelle.

La conoscenza da parte dei consumatori della vera origine delle pelli, determinerebbe un crollo degli acquisti e un grosso danno d’immagine per il settore. Questi animali possono essere uccisi in un paese e le loro pelli essere trattate in un’altra nazione, ed il prodotto finito può essere venduto ovunque nel mondo. Le pelli di cane e gatto non sono tanto utilizzate per la realizzazione di pellicce intere, bensì come inserti per guanti, colli, cappelli, giocattoli e tanti altri accessori.

Fonte: LAV

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